LA FABBRICA DELLE BESTIE | Blu & Ericailcane a Milano

12/11/2018 Off By Tecla
LA FABBRICA DELLE BESTIE | Blu & Ericailcane a Milano

Milano è la capitale economica d’Italia, il luogo “dove l’oro bianco, cioè la coca, si converte in denaro” | Blu

Questa è l’immagine della città che Blu & Ericailcane rappresentano sulla facciata del Padiglione d’Arte Contemporanea. Il murale viene terminato la notte tra il 7 e l’8 marzo 2007. Giusto in tempo per l’inaugurazione di Street Art Sweet Art, la mostra fortemente voluta da Vittorio Sgarbi, nota per aver sdoganato l’arte urbana bolognese e milanese.

L’opera dei due artisti riscuote un successo straordinario. La sua veste provocatoria e trasgressiva entusiasma il pubblico internazionale, legittimando la loro fama all’estero.

Animal Factory

Blu & Ericailcane dipingono una satira pungente della “Milano da bere”, del popolo grasso che si abbandona a laidi piacere a scapito delle classi più deboli. Animal Factory è una chiara citazione del capolavoro di George Orwell. Una moderna Fattoria degli animali cucita sulla pelle della metropoli lombarda.

Al centro della parete si erge una montagna di cocaina con in cima il simbolo del dollaro. Ai suoi piedi si accalca una folla di uomini e animali che consuma avidamente la droga, commettendo ogni sorta di abominio. Blu & Ericailcane trasformano l’ingresso del museo in un girone infernale incredibilmente ordinato, dove la narrazione si frammenta in infiniti particolari. Un microcosmo che di certo non sarebbe dispiaciuto a Hieronymus Bosch.

Come nei dipinti del grande pittore olandese, i nostri artisti si fanno interpreti di una visione del mondo folle e grottesca. Tuttavia, a differenza di Bosch, non sono interessati a mostrare il destino che attende i peccatori dopo la morte. Il loro scopo è mettere in scena una farsa tragicomica: una specie di “Inferno sulla Terra” dove, al posto di diavoli e dannati, ci sono uomini imbestialiti e animali disumani che commettono e subiscono sevizie.

Chi sono?

I personaggi di Blu e le bestiole di Ericailcane si possono dividere in due categorie: gli aguzzini benestanti e le vittime indigenti. I primi sono caratterizzati dai segni del potere. I politici e gli uomini d’affari vestono completi in giacca e cravatta. I militari portano fascette da braccio con la svastica o il simbolo delle SS. Gli ecclesiastici indossano paramenti liturgici e il pastorale. I seguaci del Ku Klux Klan hanno cappelli a punta e torce in mano. I ladri e gli assassini brandiscono armi da fuoco o da taglio con cui feriscono, rapinano e uccidono. 

I secondi invece, quelli che appartengono alle classi sfruttate, si riconoscono dalle violenze subite. Tra le vittime ci sono uomini sottomessi e massacrati. Suicidi con cappi al collo e transessuali. Animali morti stecchiti e costretti in camicie di forza, usati da uomini corrotti come pignatte per sniffare la bamba o come giocattoli erotici da sodomizzare.

Dunque le azioni meschine e le sofferenze sono praticate e sofferte da entrambi, uomini e bestie, a seconda della loro posizione nella piramide sociale. Proprio come nel romanzo di Orwell.

L’unica differenza è che gli animali disegnati da Ericailcane appartengono a diverse specie e non si limitano a quelli domestici. Ci sono infatti coccodrilli, elefanti, galline, pecore, oche, scimmie e soprattutto maiali. Questi ultimi sono in genere ritratti in primo piano, abbracciati a individui lascivi mentre condividono gli stessi piaceri.

Esattamente ciò che accade nella Fattoria degli animali.

Bibliografia

Blu, Sketch Note-Book: 2004-2007, Studio Cromie, Grottaglie (TA) 2008; Naldi, BLU=BLU, in Blu catalogue, HeartfeltGraphic Design Studio, Galleria Patricia Armocida, Milano 18 giugno-25 luglio 2008; Bandecchi, La street art di Blu, tesi di laurea, Università di Pisa, Pisa 2014, p. 60, fig. 40, p. 61, fig. 41; Wiesner, Blu: la conservazione della Street art. Una questione tra arte e politica, tesi di laurea, SUPSI, Lugano 2014, p. 15, fig. 5, p. 43, fig. 112, pp. 120-121, n. 9; De Bernardi, Blu: l’opera murale, tesi di laurea, Accademia Albertina di Belle Arti, Torino giugno 2015, p. 58, fig. 7.19, pp. 89-139, pp. 152-153; Ciancabilla, The Sight Gallery. Salvaguardia e conservazione della pittura murale urbana contemporanea a Bologna, Bononia University Press, Bologna dicembre 2015, pp. 15-32; Intervento di Alessandra Collina a Street Art Sweet Art 10 anni dopo, in Azzarone, Blu a Milano: per un’indagine delle presenze e assenze dell’opera dello street artist di Senigallia, tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 2017, pp. LII-LIII.